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Dove si posano le ombre Copertina flessibile

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Introduzione del Curatore Sandro Gros-Pietro

Gian Mario Maulo: una lezione di vita e di letteratura

Un libro che nasce postumo incide sempre come una lama a doppio taglio, di dolore e di vittoria. Si piange la scomparsa dello scrittore come uomo, ma anche si celebra la sua capacità di vivere oltre la vita. Quando uno scrittore si congeda dal mondo in cui ha saputo esprimersi con generosa spontaneità, partecipazione e sapienza, come è stato il caso di Gian Mario Maulo, l’onore più alto che egli può ricevere è che le sue parole si rinnovino indefinitamente in un messaggio di vita e di speranza per il futuro. Ed è proprio questo e non altro il contenuto più alto dell’umana civiltà: conservare l’esempio di vita e le parole pronunciate dagli uomini sapienti che ci hanno preceduto e che continuano a vivere al di là della loro stessa vita.


Ho avuto modo di imbattermi nella produzione poetica di Maulo fino dai tempi del suo primo libro, Tu che vieni, pubblicato nel 1981 nei preziosi caratteri del mitico Gianpaolo Piccari di Forum Quinta Generazione a Forlì. Erano anni di grande passioni e di tensioni politiche e culturali: i poeti coltivavano orizzonti ben più ampi e fino troppo in anticipo rispetto alla visione dei politici, ancora ingabbiati nei ristretti cortili della competizione campanilistica o delle schermaglie di partito. Ma lavorava presso l’editore e poeta Piccari una pattuglia di più e meno giovani scrittori che poi avrebbe lasciato un segno nella poesia italiana degli anni successivi. Accanto a Gian Mario Maulo, ricordo fra gli altri Tolmino Baldassari, Giorgio Bárberi Squarotti, Domenico Cara, Roberto Carifi, Rosita Copioli, Vico Faggi, Sandro Gros-Pietro, Gianfranco Lauretano, Loris Maria Marchetti, Gianni Milano, Nino Pedretti, Giovanni Ramella Bagneri, Davide Rondoni, Roberto Rossi Precerutti, Paolo Ruffilli. Maulo si portava nel cuore e nella mente una poesia in cui ardeva la grande tradizione storica della sua terra marchegiana, così illuminata dal Poeta di Recanati. Ed aveva affiancato a quell’avventura letteraria condotta nella “quiete delle tempeste” della Poesia, per dirla con Carlo Michelstaedter, due elementi di sicura consistenza etica ed estetica: l’orientamento metafisico e l’impegno civile e politico. In tale modo la sua poesia, sempre ricca di spunti vitali, di invenzioni, di tenerezze per la natura, per i luoghi natii, per la memoria dei tempi passati e per l’attesa del futuro, si è andata illuminando negli anni di una luce di sicurezza nella fede che ha saputo elevarsi ad insegnamento oblativo verso il prossimo. Ed ha acquisito, inoltre, la densità del documento storico dell’impegno civile e politico che Maulo ha sviluppato nella vita e a cui non è mai è venuto meno, ma che anzi è servito a creare un’autentica lezione di alto stile circa la postura di dignità e di partecipazione al dibattito politico, in modo leale e civile, che un intellettuale deve assumere davanti alla storia.

Nella splendida prefazione che segue, Nazareno Gaspari mette perfettamente a fuoco l’originalità della ricerca poetica e letteraria di Gian Mario Maulo, in particolare modo quando rivela la doppia valenza della sua collocazione intra ed extra le coordinate di spazio e di tempo del suo mondo e ci espone la “collocazione asimmetrica” di Maulo, capace di contestualizzarsi alla perfezione nel suo mondo reale e contemporaneamente di vivere con pienezza l’anelito libertario verso il mondo ideale, in grazie della dote che appartiene solo agli autentici scrittori di vivere il loro tempo come manifestazione episodica di tutti i tempi passati, presenti e futuri dell’intera umanità.

 

 

Nazzareno Gaspari

Docente di Lettere

 

Trent’anni dopo aver dato alle stampe Quando nasce la luce (Camerino 1983), Gian Mario Maulo intitola questa nuova raccolta di poesie Dove si posano le ombre.  Non era la sua prima raccolta quella e non sarà l’ultima questa, ma accostare i due titoli permette di entrare nella trama delle domande e delle dinamiche da cui la sua poesia scaturisce e alla cui esplorazione è protesa oggi come allora, nella coerenza stilistica e tematica che ne accompagna l’ininterrotta ricerca e lo sviluppo.

Le coordinate di tempo e spazio (quando / dove); la parabola dell’esistenza (nascere / posarsi); le metafore straordinariamente feconde della luce e delle ombre che rinviano a dinamiche cariche di mistero e di fascino quali soggetto/oggetto, reale/illusorio, noto/ignoto, vicino/lontano, presente/assente, raggiunto/irraggiungibile, fino alle estreme finito/infinito, effimero/eterno: sono i poli problematici da cui si innescano le spirali di senso entro cui il poeta si immerge, seguendone e indirizzandone le traiettorie.

La poesia di Maulo è tutta affidata alle parole, libera tanto da vincoli metrici precostituiti quanto da contenuti artefatti; è affidata a parole còlte nella loro essenzialità, ridestate alla loro vocazione più preziosa: quella per cui non solo comunicano e trasmettono ma, nel combinarsi e nel formare figure stilistiche dall’inusitato potenziale esplorativo e generativo, nascono a nuova vita e a nuovi significati, aprono nuovi percorsi, conducono a nuovi livelli di consapevolezza.


Ne deriva una poesia che procede per squarci rapidi e intensi, consegnando alle pagine visioni penetranti che attraggono l’occhio e il pensiero aldilà di se stesse, paesaggi senza tempo in bilico tra il particolare e l’universale, condizioni dell’animo proiettate in una tensione dialogica che le trascende, lampi d’intuizione che illuminano scenari insondati; poesia libera da ragionamenti eppure densa di razionalità, mai abbandonata al trasporto onirico o emotivo o sentimentalistico: piuttosto protesa alla ricerca, all’attesa, all’incontro, all’ascolto, al dialogo, sul filo di un percorso consapevolmente sperato, nella convinzione che la verità non è un possesso da esibire ma una ricerca attraverso cui dare e darsi senso, una sfida costante ai limiti del nostro sapere consumato e rassegnato.

 

Ogni lirica riflette, senza esaurirlo, il percorso unitario che concorre a sviluppare; si compenetra con le altre, non separata e non statica; si comprende nella contestualità, nella relazione con gli altri frammenti che compongono la tessitura, parte e riverbero del tutto; è portatrice di senso in quanto esprime e produce bisogno di relazione dentro la dimensione propriamente poetica e aldilà di essa.

Dove si posano le ombre è una raccolta di novantaquattro poesie, frammenti con la vocazione a trascendersi, ad indicare l’oltre, l’insieme di cui ciascuno è manifestazione parziale e provvisoria. Come è scritto all’inizio, essa contiene testi inediti e testi già pubblicati in altre antologie: è nel dinamismo insito in ciascun frammento che risiede la sua capacità di relazionarsi in modo poeticamente nuovo, vorrei dire inedito, con elementi di un nuovo con-testo.

La raccolta è articolata in quattro parti; vale per esse quanto detto per le liriche: ciascuna ha una sua autonomia e ragion d’essere, che tuttavia trova compimento nell’insieme. Come nelle precedenti raccolte di Gian Mario Maulo. E come, vorrei dire, nella personalità e nella vita di Maulo poeta – filosofo – docente - sindaco: facce di una militanza a tutto tondo distinta nei modi e nelle sedi ma una nell’ispirazione e nelle finalità.

Fin dal mito platonico della caverna, la luce e le ombre nutrono la filosofia e la poesia, metafore trasparenti del cammino perennemente problematico dell’uomo sul terreno della conoscenza. L’una è necessaria alle altre, e viceversa; l’una e le altre esistono nella relazione tra loro e con altre entità.

La relazione, appunto: istanza immanente ad ogni lirica di Gian Mario Maulo, senza la quale la visione, la ricerca, l’attesa, l’incontro, l’ascolto, il dialogo avrebbero come esito il nulla e la poesia precipiterebbe nel vuoto di senso; relazione con sé e con l’altro da sé, presente/assente, vicino/lontano, noto/ignoto, atteso/temuto, immanente/trascendente.

Un aspetto fondante del modo poetico di relazionarsi di Gian Mario Maulo è nella collocazione asimmetrica in cui si pone rispetto allo spazio e al tempo: si relaziona con lo spazio rendendo trasparenti i connotati geografici del suo punto d’osservazione-pensiero-poiesi attraverso la descrizione di tratti inconfondibili del territorio in cui vive (i monti azzurri, i borghi, le colline, il mare…..). Si pone oltre, invece, la contestualizzazione temporale, immedesimandosi in una dimensione a-storica, in un tempo sospeso, equidistante e onnivalente: ho nell’anima il grido e la ventura  / il silenzio dei secoli.


Da questo scarto della relazione con spazio e tempo, con natura e storia, prende forma un soggetto d’osservazione-pensiero-poiesi che è partecipe del creato, protagonista consapevole e attivo della vita ma spoglio di fattori contingenti, capace quindi di esprimere le tensioni originarie dell’uomo denudato della sua storicità e riportato alla radicalità di essere pensante che cerca, vede, spera, incontra, dialoga, invoca; e fra gli incontri le ombre: degli elementi naturali, delle cose, delle idee, delle paure, delle speranze; ombre intangibili eppure presenti, inconsistenti eppure reali, transitorie eppure inquietanti, opache eppure fatte di luce, compagne di tutto e somiglianti a tutto eppure ontologicamente l’opposto di tutto…..


Dove si posano le ombre? e quando?

Lasciamoci accompagnare dalla poesia di Gian Mario Maulo tra le ombre lunghe della sera che trepide s’adagiano / fra i sogni  e le parole. Lasciamoci immergere nel mistero di un cosmo / che si compie / quando ritorna al suo principio. Lasciamoci dire che viene dal buio la strada del mattino e che salirà la vetta dell’aurora / chi il cuore ha gettato / oltre il manto oscuro / ed ascolta / il sorriso della luce.

Presentazione del libro

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